In Disney la coppia Topolino e Minnie testimonial per le famiglie omosessuali

Disney sembra aver intrapreso una crociata per la difesa e il supporto dei diritti degli omosessuali, sia per interpretare i gusti e le tendenze sociologiche di un’epoca che mira a superare i tabù, sia per seguire l’onda con una precisa operazione di marketing e comunicazione.

Certo è che dopo aver lanciato il nuovo prodotto televisivo sui suoi canali, “Buona Fortuna Charlie” che descrive le vicissitudini di una coppia di mogli e, in barba a qualsivoglia critica o controffensiva le due sono anche madri adottive, Disney dimostra di aver adottato una forte politica di scoraggiamento verso le pratiche discriminatorie degli omosessuali e della diversità in genere, politica che vuole difendere con forza e perseveranza.

VoluntEARS è il programma di finanziamento ai boyscout che offriva più di 4milioni di dollari l’anno per svolgere attività all’interno dell’associazione:  da quando è stato vietato ai ragazzi gay di ricoprire cariche alte all’interno dei boyscout, Disney ha semplicemente interrotto il programma, e non è stata la sola.

Andando incontro da un lato al plauso delle organizzazioni per i diritti LGBT e dall’altro alla critica aspra delle organizzazioni più conservatrici, Disney sceglie di proclamare e supportare la sua decisione in modi anche eclatanti, come il vero matrimonio gay celebrato a Tokyo, in cui peraltro le unioni omosessuali non sono riconosciute, in cui Minnie e Topolino hanno fatto da testimoni alle novelle spose.

Al di là del coraggio e della forza dimostrativa di queste scelte viene da chiedersi: il mondo è pronto per una principessa gay?

Scritto da
11 marzo 2014

Be Sociable, Share!

"Il nostro cibo, le vostre domande." McDonald's apre ai clienti ma li porta negli stabilimenti

Le leggende metropolitane sui metodi di produzione dei cibi che troviamo in ogni ristorante McDonald’s non mancano mai di fornirci fervidi racconti che rasentano l’orrore. Dal pulcini macinati vivi, alle sostanze gommose o non meglio identificate utilizzate per la preparazione delle pietanze, abbiamo finito per non sapere mai cosa contiene realmente il nostro Happy Meal.

Per questo motivo è in corso una campagna di trasparenza e relazione con il cliente da parte della divisione canadese di McDonald’s “Our Food. Your Questions.“. La campagna va avanti da più di due anni e la sua carica di coinvolgimento sembra essere molto lontana dall’esaurirsi: in un momento in cui la qualità del cibo sta riacquistando drasticamente importanza, anche gli amanti del fast food meno healty al mondo iniziano a chiedersi cosa ci sia nel loro piatto.

Le domande dei consumatori vengono raggruppate sul sito e alcune ricevono risposta, a seconda delle questioni più attuali e pressanti per il gigante della ristorazione. Ma la parte più interessante della campagna sta nella logica di “porte aperte” adottata: i consumatori vengono infatti guidati all’interno degli stabilimenti per esplorare le fasi della lavorazione degli alimenti e alleviare almeno un pò i propri timori. La trasmissione dei messaggi di comunicazione di McDonald’s è come sempre broadcast: alcuni video della campagna sono stati proiettati durante l’ultimo Superbowl e qualsasi iniziativa a riguardo gode della più alta diffusione.

E’ sicuramente difficile gestire e monitorare le pulsazioni di un’audience così grande e variegata, ma il primo passo McDonald’s lo sta facendo rendendosì disponibile a rispondere a domande che a volte hanno dell’assurdo, ma sono legittimamente sollevate da consumatori consapevoli che quello che mangiano è quello che sono. E alla domanda di Joanne B. che chiede “Perché il vostro cibo costa così poco?” risponde direttamente John Betts, CEO di McDonald’s Canada, dicendo: “Quando compriamo merce per 1400 negozi nel solo Canada facciamo degli ottimi affari che amiamo condividere anche con i nostri clienti. Grazie per la domanda, Joanne.”

Perché in fin dei conti, rispondere alle domande dei clienti è un modo straordinario di dar voce all’azienda e di personificarla tramite i volti dei suoi addetti, che si esprimono in sincronia per trasmettere i suoi valori cardine.

Scritto da
07 febbraio 2014

Be Sociable, Share!

Sky compra "Italia's Got Talent" e spiega il perchè ai suoi dipendenti

Una mail inviata ai più di 5mila dipendenti di Sky in tutta Italia, nessuno escluso: dai top level del management fino ai tecnici dei cablaggi e della manutenzione; per spiegare il perché dell’acquisto del format “Italia’s Got Talent” finora andato in onda su Canale5 con un notevole successo. Il motivo che ha spinto la direzione di Sky a condividere questa notizia con i suoi dipendenti è che il format per il suo alto valore è stato acquistato a costi triplicati, proprio per questo la compagnia ha sentito il bisogno di assicurare che nonostante l’uscita di denaro considerevole, la decisione dell’azienda non pregiudicherà il lavoro e le condizioni di nessuno perché è già pronto un piano per far rientrare l’investimento.

Cosa ci dice questo gesto sulla reputazione e il comportamento dell’azienda Sky? Ci dice che un trattamento di massima trasparenza verso i propri dipendenti non è un optional, ma un prerequisito affinché la fiducia reciproca costruisca giorno dopo giorno un rapporto di lavoro proficuo da entrambe le parti. Ci dice che le occasioni di crescita per un’azienda riguardano anche tutti i dipendenti e rappresentano per tutti un’opportunità e una sfida a cui nel bene e nel male si deve partecipare.

Nel frattempo in rete scoppia l’ironia e la prima a polemizzare è Maria De Filippi, orfana della conduzione dello show, che partecipa alle discussioni su internet sotto pseudonimo e tira frecciatine a destra e a manca. L’altra reduce dall’esperienza, Belen, dichiara di voler aprire una società con la sorella per riempire il tempo che ora le avanza. Ma per loro, a quanto ci risulta, non arriva nessuna lettera di incoraggiamento da Sky.

Scritto da
06 febbraio 2014

Be Sociable, Share!

Charity Stars: il lato buono della rete

Un autografo del proprio attore preferito, un capo indossato durante l’ultimo concerto del cantante amato, una cena insieme allo showman del momento: desideri che grazie all’idea di Francesco Fusetti potranno diventare realtà.

Il giovane imprenditore, già fondatore del fortunato portale Scuola Zoo, lancia CharityStars, un portale che finanzia cause umanitarie mettendo all’asta incontri con i vip e oggetti appartenenti alle celebrità.

Il successo del portale è dovuto alla capacità di vendere ciò che non è in vendita e di realizzare uno sfizio per molti irrealizzabile. Tra le star, i cantanti, le soubrette e i calciatori che ci hanno messo la faccia troviamo Gianluigi Buffon, Benedetta e Cristina Parodi, i Pooh, Arisa e Matteo Viviani, la Iena. Vip che non si limitano a partecipare passivamente all’iniziativa, ma al contrario spingono il portale anche sui profili social, invitando i propri follower a fare la miglior offerta. Tra le aste più gettonate troviamo quella per la maglietta autografata di Gigi Riva, una cena con Benedetta Parodi e un pomeriggio di shopping con la blogger Chiara Ferragni.

In rete e sui quotidiani si è sparsa velocemente la voce della nascita di Charity Stars, un progetto tutto italiano che ha donato in pochi mesi oltre 100.000€ alle organizzazioni più famose nel mondo.

La formula adottata da Fusetti funziona, nonostante non sia la prima volta in cui i vip si mettono a disposizione per solidarietà, forse perché tramite questa piattaforma gli italiani possono avere la prova tangibile del loro investimento, al contrario di quanto avvenuto in altre occasioni. Un caso come quello di Edoardo Costa, che parlava di beneficenza ed è stato smascherato da Striscia la Notizia nel suo tentativo di appropriarsi di tutti i fondi raccolti, ha insegnato alle persone che fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio!

Charity Stars è l’unica azienda nel suo genere in Europa e sprona chi solitamente non dona a finanziare buone cause, pur di veder realizzato il sogno di una vita..Perfetto per chi non ha ancora pensato ai Regali di Natale..se conoscete qualche fanciulla  pazza di Carlo Cracco, correte sul sito e fate la vostra offerta.. c’è già chi è arrivato ad offrire 2.500€… se è per beneficenza si può fare!

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Scritto da
20 dicembre 2013

Be Sociable, Share!

“Women should..”: Un Women si schiera con le donne e il successo in rete è assicurato

Provate a scrivere su Google “Women should…” e capirete il perché del grande successo della campagna pubblicitaria intrapresa da Un Women, agenzia delle Nazioni Unite per i diritti delle donne, e dedicata alla diseguaglianza tra i sessi, tema che ancora oggi affligge il mondo intero; una campagna pubblicitaria visivamente di grande impatto, che rimette in discussione il ruolo e la condizione della donna all’interno della società, una campagna semplice ma di grande di grande effetto, nata dal desiderio di cambiare i deludenti risultati dell’ autofill della barra di ricerca di Google.

Un’iniziativa che dall’America in pochi giorni è rimbalzata sui media di tutta Europa, suscitando soprattutto l’interesse della rete; la notizia è stata anche ripresa dai portali dei quotidiani italiani più importanti, come Il Corriere, la Repubblica (il cui articolo è stato condiviso su Facebook da oltre 700 utenti in soli 3 giorni e retweettato per ben 50 volte ) e Leggo; anche il portale tutto al femminile Marieclaire.it ha segnalato la notizia affidando la stesura del pezzo ad una giornalista, Marta Stella, che si è spesso occupata di violenza sulle donne in molti dei suoi articoli. Nel giro di un paio di giorni la notizia ha fatto anche il giro dei blog femminili più significativi, come ad esempio PianetaDonna.it , che hanno deciso di sostenere attivamente la campagna pubblicitaria.

La linea strategica adottata da Onu per il lancio della campagna sembra non aver deluso neanche i social network che, in breve tempo, si sono trasformati nel luogo prediletto dove sostenitori e contrari si sono scambiati le loro opinioni, a dimostrare che la diseguaglianza tra i sessi, purtroppo, esiste anche nel mondo digitale: la pagina ufficiale Facebook di Un Women ha superato i 100.000 fan e su Twitter conta più di 290.000 follower; negli ultimi 7 giorni, inoltre, l’hashtag ufficiale #womenshould è già stato utilizzato oltre 2.000 volte. Tra il 21 e il 22 Ottobre i tweet del profilo @Un_Women sulla campagna hanno ottenuto oltre 500 retweet e, la nota conduttrice televisiva americana Katie Couric ha utilizzato il suo profilo twitter, che conta quasi 1.000.000 di follower, per diffondere il messaggio di Un Women e incentivare l’utilizzo dell’hashtag #womenshould nei cinguettii di tutti i suoi follower. Tutto ciò ha portato il profilo twitter @Un_Women ad un Klout Score pari a 85, decisamente un ottimo risultato, considerando ad esempio che quello di Ferruccio de Bortoli, Direttore del Corriere della Sera, è 68.

La domanda sorge spontanea: l’anno prossimo, grazie alla straordinaria diffusione tra i media di questa innovativa campagna, l’autofill di Google darà finalmente risultati differenti?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Scritto da
25 ottobre 2013

Be Sociable, Share!

La strategia di Farinetti prende i politici… per la gola!

La campagna del patron di Eataly, Oscar Farinetti, si schiera contro l’attuale legge elettorale definita dal suo stesso promulgatore Porcellum che, soprattutto dopo le ultime elezioni di Febbraio, ha provocato lo scontento di oltre la metà della popolazione italiana. La provocazione culinaria di Farinetti ha trovato spazio sulle pagine dei principali quotidiani nazionali su cui è stato riportato l’invito che il Sig. Eataly ha rivolto a tutti i politici italiani, ovvero abolire la sciagurata legge elettorale in cambio di pane e porcellum a volontà!

Farinetti non si è limitato ad invitare i politici a darsi una regolata e a cambiare la legge che prevede liste bloccate e premi di maggioranza, ma ha bensì stabilito una data di scadenza per la sua “offerta”, ovvero il 30 Settembre, data che però, come rivela lo stesso Farinetti sulle pagine di Repubblica di domenica, potrebbe essere posticipata, purchè “si diano una mossa”… Come era prevedibile, la campagna è rimbalzata da un media all’altro, attirando molta più attenzione di quella prevista…su twitter sono molti i follower che si sono domandati se la strategia di Farinetti fosse pura pubblicità per il suo brand oppure strategia politica, vista anche l’amicizia che lo lega a Renzi.

Sono tantissimi i cinguettii legati all’hashtag #Farinetti, che nella maggior parte di questi viene definito “genio” dai sostenitori dell’abolizione della legge! Nella vicenda è intervenuto anche @FratellidItalia che, attraverso il suo profilo ufficiale, ha dedicato qualche tweet alla vicenda, ricordando che la leader e cofondatrice del partito, Giorgia Meloni, ha già richiesto più volte che venissero apportate delle modifiche per combattere le ignominie della legge Porcellum.

Nel caso in cui dovesse essere realmente abrogata la legge, Farinetti avrebbe anche già a disposizione la cameriera per servire porchetta a tutta la casta politica: la giornalista Cristina de Lucia, Alias Miss CookMe, dell’Huffington Post ha infatti pubblicato un articolo in cui si offre volontaria a servire porchetta in caso di buona riuscita della campagna di Eataly! La giornalista ha inoltre definito l’idea di Farinetti semplicemente geniale!

L’annuncio è perfettamente coerente con le precedenti campagne di Eataly che più volte ha utilizzato i media più conosciuti al popolo italiano per tramandare i suoi key message: come dimenticare l’annuncio contro l’omofobia, o l’invito a pranzo al deputato del Pd Giachetti che, nel 2012, aveva perso 16 kg nel suo sciopero contro la legge Porcellum! La creatività che Farinetti ha sfoggiato in questi anni è notevole..sarà tutto frutto di una strategia di marketing a continuo sostegno del brand Eataly o una lucida, visionaria follia che porta un imprenditore e i suoi consumatori a voler scardinare le regole di accesso alle istituzioni? Farinetti propone una politica di marca o marca la politica?

Scritto da
30 luglio 2013

Be Sociable, Share!