Ma il nuovo sindaco detta la linea?

Il neosindaco di Genova Marco Doria, a soli quattro giorni dalla presentazione della Giunta, si sarà forse pentito delle sue scelte? Ce lo chiediamo perché la sua reputazione di primo cittadino rischia già di essere messa in discussione proprio a causa delle dichiarazioni dei suoi neoeletti assessori. A seguito delle affermazioni di Doria che confermavano che gli assessori tecnici si sarebbero dimessi dai loro incarichi professionali per dedicarsi all’impegno in giunta, non poco imbarazzo hanno suscitato sia i tentennamenti di Francesco Oddone – neoassessore allo Sviluppo Economico e Presidente di Datasiel – che alla fine però ha ceduto, sia e soprattutto il rifiuto di Isabella Lanzone –  neoassessore al personale e dirigente in aspettativa della Asl3 di Genova – ad abbandonare la sua attuale posizione lavorativa. “Io non sono un politico. Non posso permettermi di abbandonare il mio settore per cinque anni e fare un salto nel buio” è la dichiarazione della signora Lanzone che sta viaggiando in rete e sui media, costringendo tutti a chiedersi se il neo sindaco e il neo-assessore si fossero messi d’accordo, con un evidente boomerang di comunicazione che certo non giova alla reputazione della nuova gestione Doria.

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04 giugno 2012

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Wells Fargo: una banca in odor di cronaca nera

Il corretto posizionamento per il racconto delle performance di una banca sono evidentemente le pagine di cronaca economico finanziaria; da qualche tempo per la Wells Fargo così non è. Il dipartimento della giustizia degli Stati Uniti ha dichiarato infatti alcuni giorni fa di avere prove sufficienti per intentare una causa contro la quarta banca americana per asset: Wells Fargo, colpevole di essersi presa cura in maniera diversa delle case dei creditori insolventi che non è stato possibile vendere all’asta, discriminando in base al Paese di provenienza del proprietario. Dalle indagini è emerso che nella maggior parte dei casi le abitazioni con proprietari di origine africana o ispanica erano lasciate in stato di abbandono. Al contrario di quelle dei quartieri bianchi.
La trattazione del razzismo sui media ha sempre ottenuto larga visibilità perché è un tema che coinvolge il pubblico nel profondo e pertanto, prescindendo dall’esito della causa, difficilmente l’immagine e la reputazione di Wells Fargo “uscirà vittoriosa” da questa vicenda.
Nel frattempo Wells Fargo è coinvolta in un altro caso mediatico. Ad inizio mese i giornali di mezzo mondo hanno ripreso la storia strappalacrime dell’impiegata-modello, dipendente da 5 anni della banca Wells Fargo, licenziata quando l’Istituto ha scoperto che la donna aveva compiuto due furti, quaranta anni prima. Wells Fargo ha dichiarato che tutti i dipendenti devono avere la fedina penale immacolata, ma la donna ha origine latine e qualche dubbio sulla buona fede dell’istituto bancario potrebbe sorgere. Aspettando la sentenza del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, l’ex impiegata passa da un programma televisivo all’altro.

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01 giugno 2012

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Per WPP lussuose o legittime pretese?

Sta rimbalzando sui media di mezzo mondo la notizia della difficoltà, da parte del gruppo mondiale della pubblicità, di persuadere la maggioranza dei suoi azionisti ad approvare un aumento di stipendio per Martin Sorrell, AD di WPP. Oltre 16 milioni di euro sarebbe la cifra richiesta dal CEO a giustificazione anche dei buoni risultati ottenuti nel primo trimestre dell’anno (i ricavi della holding inglese Wpp sono aumentati del 7,6%). Il giornalista Christopher Hughes di Business Standard in un articolo dal titolo “Art of persuasion” racconta i fatti, evidenziando il possibile imbarazzo che potrebbe travolgere il gruppo WPP se non sarà in grado di persuadere gli azionisti ad approvare l’aumento di stipendio, perché fallirebbe nel proprio campo d’azione: la persuasione, appunto. Tecnica che il gruppo inglese dovrebbe conoscere alla perfezione e applicare da anni, per attirare l’attenzione del pubblico e guidarne i comportamenti.

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31 maggio 2012

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Nestlè – Caffè Vergnano 1 a 0. Partita di sola andata?

Nestlè, dopo aver citato in giudizio la marca di caffè concorrente americana Sara Lee e la Ethical Coffee, ha affilato le unghie anche con Caffè Vergnano.
Il duello ha avuto inizio lo scorso settembre, quando Vergnano – uno tra i più antichi produttori italiani di caffè – ha lanciato sul mercato delle capsule compatibili con le macchine Nespresso e nel pubblicizzarle ha utilizzato il marchio Nespresso. L’azienda piemontese ha perso la partita davanti al Tribunale di Torino ma non è accusata di concorrenza sleale, bensì l’etichetta apposta sulle capsule Vergnano con la dicitura “compatibili con le macchine Nespresso” travalicherebbe gli accordi consentiti dal marchio elvetico. Le strategie marketing della casa italiana produttrice di caffè probabilmente ne risentiranno, ma Vergnano ha presentato ricorso, annunciando che, anche in caso di decisione a favore di Nestlè, potrebbe “raggirare l’ostacolo” inserendo sulle capsule la legenda “compatibili con le macchine Citix, Lattissima, Pixi ed Essenza, di produzione Nespresso”. La partita è ancora aperta … visto il tema, che anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato possa essere chiamata a dire la sua?

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29 maggio 2012

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Mariastella Gelmini, un tweet di troppo e “la Rete la incastra”. Per la seconda volta

Twitter è trendy, giovane e innovativo. Uno strumento trasversale per avvicinarsi ad un ampio elettorato. Ma sulla Rete le informazioni viaggiano a velocità inaudita e non sono più cancellabili. Il rischio di vedere compromessa la propria web reputation è dietro l’angolo e Mariastella Gelmini ne ha subito l’effetto.
“Ho capito che il pdl fa acqua da tutte le parti, pure il lavandino lo pensa…”: a scriverlo è stata proprio ieri l’ex ministro che, dopo essersi accorta della gaffe, ha immediatamente cancellato il tweet. Nel frattempo però il blog Menteattuale aveva già salvato il messaggio e lanciato al Web.
Uno scivolone che rischia di compromettere la reputazione della Gelmini considerando che, dopo le amministrative, aveva tranquillizzato i pidiellini sostenendo: “non c’è nessun Pdl nel caos”.
Il web non ha perdonato le dichiarazioni dell’ex ministro nemmeno lo scorso settembre quando, esultando per il risultato dell’esperimento Cngs (Cern Neutrino to Gran Sasso), si è complimentata con il Governo per il supporto alla costruzione del tunnel tra il Cern e i laboratori del Gran Sasso … peccato che non esiste alcun tunnel, dal momento che i neutrini vengono “sparati” sottoterra. Ma la rete non ha risparmiato “il lapsus” ed è nato l’hashtag #tunnelgelmini per ironizzare sullo scivolone dell’ex ministro.

 

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28 maggio 2012

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La Dolcevita è per pochi

Se con la campagna “ripartiamo dalle idee” il Corriere ha arricchito positivamente un tratto di immagine del proprio brand altrettanto non si può dire aderendo come media partner alla serata “Dolcevita” di via MonteNapoleone. Perché infatti stuzzicare la golosità dei lettori con pasticceria, champagne e con l’appeal dei marchi di lusso, nazionali ed internazionali, più prestigiosi, con metà pagina sul Corriere della Sera del 24 Maggio se l’evento è per pochi eletti? Leggendo con attenzione l’adv ci si accorge che la serata è su invito. Scontato interrogarsi sulla scelta alla base della promozione della serata, ideata da Style – il mensile del Corriere della Sera – il Corriere della Sera e l’Associazione di via MonteNapoleone. Riflettendo tra le righe, l’utilizzo di un media “aperto a tutti” per dare visibilità ad una serata “aperta a pochi” appare perlomeno un po’contraddittorio.

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24 maggio 2012

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