Nel calcio su twitter c’è chi cinguetta e chi starnazza. Il gol di Aurelio De Laurentiis e l’autogol di Osvaldo

Il calcio, in tempi digital, si fa sempre più cinguettante, ma recentemente, sul social network da 140 caratteri, non sono mancati prestazioni di rilievo a livello di comunicazione, ma anche grandi debacle. Basti pensare all’utilizzo del mezzo dimostrato da due personaggi entrambi noti per l’ardore che ne connota le esternazioni. Aurelio De Laurentiis, il 28 maggio, ha infatti trasformato l’accordo raggiunto con il nuovo tecnico in un vero e proprio evento mediatico su Twitter. De Laurentis, ha cinguettato dal proprio account il nuovo ingresso in squadra dell’allenatore: “Rafa Benitez è il nuovo allenatore del Napoli. Un uomo di grande esperienza internazionale. Un leader”, con tanto di foto allegata della stretta di mano tra i due. E il 29 maggio, proseguendo nella strategia di comunicazione adottata, ha alimentato l’entusiasmo dei fan con il secondo Tweet sull’argomento: “Benitez mi ha detto che non vede l’ora di iniziare a conoscere Napoli, i napoletani e il dialetto partenopeo. Benvenuto Rafa!”. Due tweet che, oltre ad aver trasformato Aurelio De Laurentiis in un perfetto twitter addicted, hanno infiammato la Rete, consolidando il legame tra il club calcistico e i propri fan. Per accorgersene, infatti, basta dare un’occhiata ai numerosi messaggi d’approvazione cinguettati dagli utenti.

All’opposto, è stato indubbiamente meno consapevole del potere dei social network e delle conseguenze di un loro uso superficiale, il giocatore della Roma Osvaldo, che, il 27 maggio, a causa di un tweet offensivo nei confronti del tecnico Andreazzoli, postato subito dopo la sconfitta nella finale di Coppa Italia, ha perso addirittura il posto in nazionale nella prossima Confederation Cup. Il centroavanti, infatti, ha ben pensato di risolvere la controversia con il proprio allenatore direttamente su Twitter, cinguettando uno sgradevole e maleducato: “… Facevi più bella figura se ammettevi di essere un incapace.. Vai a festeggiare con quelli della Lazio va …” Il tweet, che tuttora campeggia in bella vista sul profilo del giocatore, ha ottenuto oltre 5mila condivisioni, collezionando anche numerosi messaggi di disapprovazione da parte degli utenti, infastiditi dalla maleducazione dello sportivo. Un scivolone indubbiamente critico per la reputazione del centroavanti e che dimostra come, oggi più che mai, un tweet ha quasi maggior valore di una dichiarazione ufficiale o di una nota stampa .. soprattutto per i giocatori, Presidenti o allenatori che hanno nell’impulsività una connotazione caratteriale.

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03 giugno 2013

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H&M, le modelle curvy e l’individuazione strategica di un testimonial

Secondo il Censis con l’arrivo dell’estate 17 milioni di italiani si sono messi a dieta. Risulta quindi particolarmente azzeccata la scelta di H&M – il colosso multinazionale del fast fashion che ha inaugurato 320 nuovi store nel 2012- di arruolare Jennie Runk, 25enne curvy, come testimonial per il lancio della linea beachwear. Una decisa inversione di marcia rispetto al 2012, quando l’azienda era finita sotto accusa a causa dell’eccessiva magrezza della modella scelta per indossare la collezione realizzata in partnership con  Marni. Il corpo delle donne e il suo utilizzo da parte dei media e della pubblicità è dunque ancora una volta argomento di dibattito e di interesse sia per l’opinione pubblica sia per il sistema dell’informazione, tanto più che a proporre un modello decisamente arrotondato di bellezza femminile è un marchio della moda, settore da sempre accusato di influenzare negativamente le giovani donne nel proprio rapporto con il proprio corpo.

Ma la scelta di arruolare Jennie Runk non è che una conferma del new deal di H&M: da mesi infatti Beyoncé –star morbida e seguitissima dalle teenager di tutto il mondo- è testimonial del noto marchio svedese, a ulteriore conferma della volontà da parte del brand di appoggiarsi a testimonial in grado “incarnare” gli stessi valori positivi di cui il marchio si fa portatore. E la decisione non è casuale vista la crescente importanza rivestita dal giudizio, da parte dei consumatori, dell’eticità delle aziende. L’agire in modo responsabile è infatti diventato un asset strategico per qualsiasi brand interessato a valorizzare la propria reputazione. Anche in Italia dove, secondo Gfk Eurisko, complice anche la crisi, il comportamento d’acquisto degli italiani è mutato, con un incremento dell’interesse vero tematiche ambientali e sociali. Largo dunque anche nel Belpaese alle aziende “buone” e per loro solo un consiglio: quando si individua un asset sociale su cui puntare è necessario essere coerenti con le proprie scelte in ogni ambito decisionale, e dimostrare con i fatti il reale impegno.

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29 maggio 2013

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Quell’abbraccio ricorrente nella strategia di Digital PR di Barack Obama

Una conferma del successo della strategia di comunicazione sui social media individuata dallo staff di Jim Messina, lo spin-doctor della campagna elettorale di Barack Obama, è stato il trionfo virale di retweet e condivisioni che mercoledì 1 maggio ha totalizzato l’immagine del Presidente degli Stati Uniti che, nel proprio studio, abbraccia una bambina di colore: oltre 8.000 retweet e 6.000 favorite. Una linea strategica che affida alle immagini, al foto racconto e ai social network, un ruolo di primo piano nel raccontare ai cittadini americani e, più in generale, al proprio elettorato la normalità e il carisma di un uomo innovativo e moderno che, con la moglie, sembrerebbe aver individuato una strategia vincente per valorizzare la propria web reputation e mantenere alto l’interesse dei media e dell’opinione pubblica sull’operato del Governo e sulle campagne di sensibilizzazione promosse dalla First Lady Michelle Obama.

Un foto racconto, strategico e definito, che si trasforma in foto notizia, ideale per essere condiviso dagli internauti attraverso i social network e per essere pubblicato nel canale video dei quotidiani, americani e non solo. Un foto racconto dove il gesto dell’abbraccio è un tema ricorrente. Inutile soffermarsi sull’immagine di Barack e Michelle Obama subito dopo l’ufficialità della rielezione che, in poche ore, è diventata la fotografia più condivisa nella storia di Twitter. Basti dire che lo scatto risalirebbe al 15 agosto del 2012: diversi mesi prima della vittoria. Un secondo scatto celebrativo e rappresentativo del successo del Presidente degli Stati Uniti è l’abbraccio con Jim Messina dopo la notte elettorale, pubblicato anche sul sito web della Casa Bianca. O la stretta affettuosa con una delle figlie dopo il giuramento privato. Immagini appealing e accattivanti e ricercate dal grande pubblico. Non a caso, il 20 gennaio in occasione dell’Hug Day, l’Huffington Post ha dedicato una gallery ad una serie di intensi abbracci elargiti da Obama e immortalati, tra il 2008 e il 2012, dallo staff della Casa Bianca. Del resto, parlando di comunicazione politica, il bacio e l’abbraccio sono sempre stati gesti ricorrenti, spesso invocati dagli stessi fotografi o dai fotogiornalisti, o comunque attentamente rispettati dagli stessi leader come veri e propri rituali perché, come si usa dire, spesso “un’immagine vale più di mille parole”. E, come ha più volte ricordato la psicologia (Winnicot su “holding” e “handling”), l’abbraccio ha un riconosciuto valore strutturante nelle relazioni che attiva nell’utente il ricordo di sensazioni profonde ed emozionanti.

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06 maggio 2013

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Comunicazione politica e social network: alcune considerazioni sul Governo Letta

Interessante analisi quella realizzata dal social magazine ilSocialpolitico.it, ripresa poi da Maria Letizia Fabbri, sulla presenza in Rete (con un occhio di riguardo a Twitter) del Governo Letta e dei suoi Ministri. Un’indagine che racconta di un Premier che sembrerebbe conoscere e padroneggiare con capacità e giudizio i social network, dimostrando un ottimo livello di interazione con la Rete. Del resto, Letta si è iscritto a Twitter il 23 novembre del 2011 (quindi in tempi non totalmente sospetti, e prima di altri big della politica), ha più di 47.000 follower e oltre 1.400 tweet all’attivo. Ben consapevole della necessità di aggiornare con costanza il proprio account, considerando che per la propria immagine e web reputation un profilo abbandonato non è particolarmente producente, posta 1,4 tweet al giorno. Oltre a dedicarsi in modo attivo all’interazione con gli utenti. Secondo ilSocialpolitico.it, infatti, “oltre a seguire un alto numero di following, Letta riesce a far convogliare sui propri tweet moltissime menzioni, citazioni e risposte ad alti profili”. Un orientamento e un apertura al Web che, al momento, sembrerebbero premiare il neo Premier, almeno per quanto riguarda il livello di notorietà, considerando che “a fronte di 47.138 follower, gli ultimi 163 tweet di Enrico Letta, sono stati retwettati 3.322 volte”. Spostando lo sguardo sui restanti Ministri, invece, la situazione non è così rosea, dimostrando come nel nostro Paese social media e comunicazione politica non vanno ancora di pari passo.

Su 22 Ministri esaminati da Maria Letizia Fabbri solo poco più della metà (12) sono presenti su Twitter (Angelino Alfano, Dario Franceschini, Gaetano Quagliariello, Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo, Andrea Orlando, Maria Chiara Carrozza, Beatrice Lorenzin, Josefa Idem, Gianpiero D’Alia, Massimo Bray e Flavio Zanonato) o comunque garantiscono una presenza fissa sul social network.
Una fotografia che rischia di delineare un profilo leggermente “miope” e non strategico (dal punto di vista della comunicazione e dell’incontro/confronto con l’elettorato) del nuovo Governo: se su Twitter si riversano infatti oltre 4,7 milioni di utenti in Italia, perché i big neo eletti della politica, per testare l’umore di parte del Paese e migliorare la propria performance, non dovrebbero incorporare anche questa piattaforma social nella propria strategia comunicativa? Un invito a padroneggiare i principali strumenti social, tra l’altro, arriva anche da Harper Reed, capo dell’hi-tech del presidente Usa alle ultime elezioni, e ospite del Festival del Giornalismo di Perugia: “Oggi il web domina il mondo e la politica. Chi vuole vincere deve saperlo usare”.

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02 maggio 2013

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Parigi festeggia i propri edicolanti, e conferma la tendenza tutta europea di celebrare i propri luoghi simbolo

Iniziativa interessante quella che la città di Parigi ha dedicato ai propri edicolanti, per celebrarne i 150 anni. Dal 17 al 21 aprile, infatti, la capitale Francese ha organizzato una grande festa con esposizioni, dibattiti, ritratti storici e pubblicazioni per rendere omaggio agli storici chioschi verdi: un simbolo della città che, al pari delle cabine rosse del telefono di Londra, hanno contribuito a costruire e consolidare l’immagine e la reputazione di Parigi come città romantica (secondo una ricerca dell’istituto Harris Interactive il 50% dei parigini utilizza il chiosco dei giornali come luogo per darsi appuntamento), moderna ma anche saldamente legata alle proprie tradizioni.
Un’iniziativa che ha fatto parlare di sé e, che dalla Francia, è rimbalzata sul Web, arrivando fino in Italia, alla quale va senz’altro riconosciuto il merito di aver attirato l’attenzione dell’opinione pubblica (in modo originale ed evidente) sulla crisi dei quotidiani e sulle ripercussione che questo momento critico ha sulla filiera lunga della carta stampata. Un’iniziativa che, di certo, non potrà che impattare in modo positivo sulla reputazione del Comune di Parigi, e sul commitment del Sindaco nei confronti della propria comunità, considerando che i festeggiamenti sono stati anche la cornice dalla quale il Primo Cittadino ha annunciato l’aiuto eccezionale che devolverà agli edicolanti: oltre 200.000 euro. Del resto, quella di celebrare un proprio luogo simbolo con eventi e manifestazioni sembra essere una tendenza tutta europea, considerando le numerose iniziative e le attività di comunicazione messe in piedi dalla città di Londra per festeggiare i 150 anni della Tube.

Lo scorso Gennaio, infatti, la capitale britannica ha scomodato addirittura un’altra campionessa di longevità: la regina Elisabetta che, ben attenta al famoso “mind the gap”, si è intrattenuta con il personale della stazione di Baker Street. Facendosi immortalare dai fotografi presenti e dimostrandosi ben disponibile ad avventurarsi “nei bassifondi” per il bene della propria città. Iniziative che rappresentano delle indovinate attività di storytelling per i Comuni, e che saranno ricordate dalla comunità anche grazie all’ampio materiale fotografico prodotto durante gli eventi e condiviso in Rete dai giornalisti e dagli utenti.

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30 aprile 2013

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«Celo, celo…manca !» Dopo i calciatori anche gli chef sono da collezionare

Se è vero che in Tv, ad ogni ora e su ogni canale, si trovano chef e professionisti che cucinano e propongono accattivanti e stuzzicanti esperienze culinarie, non sorprende l’alto interesse mediatico riservato all’ultima iniziativa della rivista Italia Squisita, con la proposta dell’album delle figurine degli chef e dei pizzaioli italiani. Ovvero, una collezione delle cento facce dei cuochi più o meno noti che rappresenta una sorta di diario per non lasciarsi sfuggire i nomi emergenti, i ristoranti da provare e le pietanze da non perdere. Come anticipato l’iniziativa, cavalcando l’onda del successo che l’argomento “food” sta riscuotendo sia online che offline, è arrivata fino alle pagine del Corriere della Sera e de Il Fatto Quotidiano, impattando sulla brand awareness della rivista Italia Squisita, considerando che l’evento di presentazione dell’album è stato tutto dedicato alla beneficenza.
Nella cornice della Fondazione Bertini di Milano, infatti, il 22 aprile il pubblico che ha deciso di contribuire alla causa benefica ha potuto “scambiare le figurine” direttamente con gli stessi chef protagonisti, oltre ad aver assaporato ottime pietanze.

Del resto, se il settore food&wine è in continua crescita ed ha permesso al nostro Paese di acquistare reputazione internazionale
, ben vengano le campagne comunicazione e di relazioni pubbliche e le iniziative benefiche in grado di raccontare e valorizzare un comparto, come quello alimentare che, come sostiene il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, potrebbe portare benefici e opportunità per uscire dalla crisi economica.

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23 aprile 2013

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