I messaggi pubblicitari inseriti nelle pagine dei siti web dal servizio di Google AdSense alle volte possono sembrare avere un perverso senso dell’ironia.

E’ il caso degli ads apparsi su un articolo che parla della crisi da shock anafilattico avuta da un bambino dopo aver mangiato una merendina contenente lattosio: per ironia della sorte, o dell’AdSense, proprio su quella pagina vengono proposte pubblicità di merendine al latte, e nel paginone pubblicitario di sfondo del sito, tra gli annunci a rotazione, ogni tanto spunta quello di un formaggio senza lattosio.
I paginoni pubblicitari di sfondo nei siti web sono inseriti volontariamente nelle pagine dagli amministratori del sito, e sono pensati per il pubblico a cui quel sito si rivolge: chiaramente il sito Vita da Mamma parla alle mamme: i contenuti pubblicitari propongono cibi dietetici, saponi e detersivi igienizzanti ecc ecc…, considerati in linea con le abitudini di consumo delle mamme.

Gli AdSense di Google invece, i piccoli riquadri pubblicitari che si trovano a metà pagina o sui bordi laterali, vengono inseriti in automatico dal computer in base alle parole chiave con cui una pagina viene iscritta a Google. Gli esiti di questa impostazione incidono sul modo in cui contenuti del sito vengono etichettati e riconosciuti dal motore di ricerca di Google. E’ di rilevante importanza anche lo storico di navigazione di ognuno di noi, dato che gli AdSense “sanno” dove siamo stati su internet e tendono a mostrarci contenuti in linea con le nostre ricerche e gli interessi che traspaiono da esse.

Tornando a Vita da Mamma, se la pagina è stata indicizzata, ovvero etichettata, con parole come “latte, merenda, bambino”, su quelle parole chiave il motore di ricerca ha  mappato e identificato il sito e la pagina: voilà che appare la pubblicità della merendina al latte. Perché ovviamente, “latte, merenda, bambino” sono parole che portano più traffico, e rappresentano meglio il pubblico di mamme, rispetto a termini come “shock anafilattico, allergia, crisi”.

Tutto ciò accade perché a Vita da Mamma interessa che i suoi contenuti siano indicizzati su determinate parole chiave e portino sul sito a partire da una ricerca digitata su Google contenente quelle parole.

Quindi l’annuncio di Google creato da Ferrero riconosce che Vita da Mamma “chiede” determinati contenuti e si piazza sulle pagine del sito. Provocando innocenti “fail” su molti siti che presentano annunci pubblicitari in evidente contraddizione o conflitto con i contenuti della pagina, che possono scontrarsi con la percezione e del visitatore e provocare un calo di reputazione nei confronti del sito che sta consultando; annunci che, oltre tutto, non sono responsabilità dell’editore del sito web se non in minima parte, come già detto, per l’impostazione strategica delle parole chiave . La “colpa” è di Google e dell’eccessiva automatizzazione delle inserzioni AdSense, su cui non vigila alcun occhio umano.

Se però queste intrusioni pubblicitarie vi disturbano, vi consigliamo di installare AdBlock per non vederle affatto, con buona pace in questo caso delle inserzioni di Kinder fetta al latte.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Altro... Agenzia, campagna pubblicitaria, Melegatti, Motta, pubblicità, reputazione, social, social network
Facebook e Twitter tirano le somme, e il brand più social del 2016 è PokemonGo

Si può essere un brand e conquistare il primo posto della top 10 delle conversazioni...

Chanel No.5 - MY PR
Azienda mangia azienda: Chanel preferisce perdere il treno di Sncf che i campi di fiori

Può una casa di moda fermare la costruzione di una ferrovia dell’alta velocità? Forse si,...

Il tributo al 9/11 si ritorce contro Coca Cola

Martedì 13 settembre, Florida: in uno store Walmart un cliente si imbatte in una promozione...

Chiudi