Matteo Renzi

Il premier italiano sicuramente è tra i primi della classe per la sua presenza in rete rispetto alla media del parterre di politici italiani, con circa 2,58 tweet al giorno e oltre un milione di followers su Twitter e più di 650 mila fan su Facebook; che sia in campagna elettorale o no Renzi si fa notare dal popolo della rete. Non è sicuramente il primo dei leader mondiali ad utilizzare i social network come mezzi di comunicazione, più di una volta abbiamo incrociato il presidente Obama sui social network, o il primo ministro David Cameron, la differenza tra loro e Renzi? Semplice, il premier italiano viene costantemente criticato per questa sua assidua presenza.

Uno dei casi più recenti di critica è stata l’iniziativa del Premier su twitter: #matteorenzirisponde, un modo per l’ex sindaco di Firenze per comunicare con i cittadini con un confronto diretto sulla rete.
Ovviamente è stata subito polemica, nonostante in tanti hanno commentato per interagire con il premier tra questi non sono mancati anche i grillini, che hanno mosso subito critiche. La maggior parte relative al programma di governo e hanno contestato a Renzi di voler sfruttare la Partita del Cuore, l’evento benefico a favore di Emergency, per avere più visibilità in vista delle elezioni Europee.

Ma i grillini non si sono limitati a queste critiche, hanno infatti posto l’accento sull’utilizzo eccessivo del premier dei canali social e come risposta all’iniziativa renziana, hanno lanciato l’hashtag #escidaquestotwitter, riprendendo ironicamente uno degli affondi più efficaci e popolari dell’ex sindaco durante l’incontro a Palazzo Chigi con Beppe Grillo diventato poi su Twitter #escidaquestoblog.

Non solo i grillini hanno mosso però queste accuse, anche gli altri media tradizionali hanno criticato questo aspetto un po’ troppo “social” del Premier. Alcuni mettono poi in dubbio l’efficacia della sua attività sui social, come Pier Francesco Borgia, che sul Giornale del 24 Aprile racconta come un flop l’operazione #matteorenzirisponde, pur citando dati da fonti sconosciute. Ciò che però risulta evidente, nel bene e nel male, è la strategia adottata dal Premier Renzi di voler far emergere il suo lato social. Strategia che viene invece sposata da altri opinion leader come Luca Dini, direttore di Vanity Fair Italia che ha definito “cool” la sua prima intervista via Twitter, tra un botta e risposta a colpi di cinguettii , proprio con Renzi.

Il Premier ha iniziato a seguire questo nuovo trend: la comunicazione politica che passa sempre di più attraverso l’utilizzo dei social network , confermando l’ipotesi che oramai la “Social Reputation” è un tassello importante per la vittoria elettorale. Il nostro Primo Ministro infatti, da una indagine effettuata da TNS Opinion e pubblicata sul Corriere della Sera del 21 Marzo, risulta essere il più popolare su Twitter tra i leader Ue riportati. (Matteo Renzi al primo posto con 988,656 followers seguito al secondo e terzo posto da David Cameron, con 629,057 followers e Francois Holland con 619,055 followers)

Il Premier Renzi, rispetto agli altri leader europei citati sempre dall’indagine TNS Opinion , con i suoi 2,58 tweet medi al giorno non è per nulla il premier con più cinguettii; il presidente spagnolo infatti batte tutti, sono 5,09 i suoi tweet giornalieri, circa il doppio di Renzi. Anche il francese Holland twitta di più del nostro premier, con 3,73 tweet al giorno. La data di apertura degli account ufficiali dei leader europei rivela la grande attenzione che Renzi attribuisce alla comunicazione sui social: è stato il primo ad aprire l’account, nel dicembre del 2010, mentre i colleghi europei solamente due anni dopo. E la cancelliera Merkel invece? Addirittura non pervenuta, visto che non ha ancora aperto un account Twitter! A una signora non si chiede l’età, però sarebbe interessante chiederle del perché di questo disinteresse per i social…

Ma allora tutte queste “rumors” sull’inefficacia di Renzi sui social sia quelle relative ad un uso eccessivo di Twitter sono fondate? Numeri e risultati sembrano smentire queste critiche, così come il costante aumento dell’importanza della “Social Reputation” e l’impatto crescente dei social media come strumento di comunicazione.
Fino a qualche tempo fa ci siamo trovati ad “osannare” il Presidente Obama per la sua capacità di aggregare consensi attraverso i social, oggi invece ci ritroviamo a discutere su questa stessa modalità di comunicazione utilizzata dal nostro giovane Premier. Ma allora siamo sicuri che ci sia davvero la volontà di ringiovanire questo paese o per noi il “giardino del vicino è sempre più social”?

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