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No alla “Barbagia”: La Repubblica si scusa

Numeri che parlano chiaro: in nemmeno 3 giorni 635 post su Twitter da 405 utenti diversi, più di 2milioni di visualizzazioni e una reach che sfiora il milione: è il circo mediatico che ha scatenato l’articolo di Corrado Zunino su La Repubblica, che parlando della possibilità di inserire delle videocamere per controllare maestri e maestre e prevenire il maltrattamento dei bambini negli asili, ha usato incautamente il luogo comune “Barbagia” . Una caduta di stile evidente che inconsciamente sottolinea la cattiva reputazione di questa ampia zona della Sardegna e che ha suscitato sconcerto soprattutto tra la gente sarda, che ha mal digerito la questione e ha manifestato il malcontento a suon di tweet. Eppure ci preme sottolineare come la palese leggerezza dell’autore abbia prontamente mobilitato la redazione, che ha subito provveduto a rimuovere la frase incriminata dalla versione online (impossibile farlo su quella cartacea) scusandosi con un doppio intervento, quello del direttore Calabresi e quello di Zunino stesso. E’ stato un errore, forse una leggerezza, eppure non possiamo non lodare il modo in cui è stata gestita la vicenda: una strategia di recovery puntuale che ha assopito una questione spinosa pronta a degenerare. A volte basta poco per ledere la reputazione di un brand, anche se si tratta di un quotidiano come La Repubblica; il fatto che ci sia una ratio precisa nel modo di reagire a una crisi del genere e’ una conferma che il rapporto tra brand e i consumatori e’ sempre più bidirezionale.

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