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Il 31 gennaio Meridiana Fly, la compagnia aerea con base in Sardegna, ha esteso a tutte le assistenti di volo del gruppo le divise di Air Italy (appena fusa con Meridiana), con taglie che non superano la 42.
Cristina Ceolin, ex modella e moglie dell’amministratore delegato del gruppo, Giuseppe Gentile, durante un incontro con il personale di volo aveva espresso questa richiesta per rendere più seduttiva l’immagine della compagnia.

Sono partite subito le proteste, anche sul web, fino a che le assistenti di volo hanno deciso di scrivere una lettera pubblica al Principe Karim Aga Khan, che controlla la società, e al presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, dichiarandosi offese dalle affermazioni sessiste e discirminatorie pronunciate dalla signora Ceolin. Nella lettera le hostess hanno puntulizzato, inoltre, che l’età media delle assistenti di volo del gruppo Meridiana Fly è di 42 anni,  pertanto l’applicazione della normativa è da considerarsi improponibile anche per ragioni fisiologiche. La richiesta delle assistenti di volo è che “non venga attuata nessuna irrispettosa norma sulle taglie delle uniformi e di mantenere quelle attuali, la cui sobrietà è caratteristica del ruolo ricoperto”.
La lettera ha mobilitato l’opinione pubblica, costringendo l’ufficio stampa della Compagnia, per evitare ricadute negative sulla reputazione aziendale, a chiarire che l’unica notizia reale è che si ritiene opportuno fare una divisa unica. Sicuramente ci sono stati dei fraintendimenti nati da una battuta strumentalizzata, ma non si è trattato di una discriminazione.

Vittorio Macioce della pagine de “Il Giornale” ripercorre la storia e l’immagine delle hostess anni ’60, citando anche Pan Am la serie Tv record di ascolti in USA, ambientata in quegli anni, dove le assistenti di volo sono un mito femminile: pin up, belle, vincenti e emancipate. Invece oggi molte cose sono cambiate, l’importanza non è più l’aspetto esteriore ma la gentilezza e l’efficienza. L’aereo, in fondo, non ha più nulla di eccezionale e se la Meridiana vuole rilanciare un mito deve aspettare il prossimo volo e, magari, assumere modelle.

Claudia Morgoglione dalle pagine di D – la Repubblica parla di “un altro esempio di imposizione – alle sole donne – di un aspetto fisico uniforme. Una sorta di dittatura della magrezza, che dalla moda allo spettacolo da decenni detta legge non scritta, non codificata né ammessa, ma comunque sotto gli occhi di tutti”. La giornalista sostiene che questa vicenda è particolarmente grave e insensata, perchè solitamente le hostess sono alte di statura e obbligarle ad entrare in una taglia 40-42 risulta davvero piccola. Inoltre il personale di bordo, per aiutare i passeggeri con i bagagli, deve avere una dose di forza fisica notevole.

 C’è una continuità tra il caso Meridiana e le dichiarazioni di Stephen McNamara, portavoce di Ryan Air, per ridurre le spese della compagnia irlandese?

Il 3 aprile McNamara ha rilasciato al Daily Telegraph alcune osservazioni, di dubbia credibilità, sulle nuove restrizioni imposte al personale di bordo per alleggerire i velivoli e far risparmiare carburante: dimagrire e servire le bevande a bordo con meno ghiaccio. Ennesima operazione targata Ryan Air che “si prende gioco” non proprio velatamente della crisi mediatica di Meridiana? Possibile, conoscendo le strategie di comunicazione della compagnia irlandese. Ryan Air avrebbe anche introdotto un incentivo per la remise en forme delle hostess … apparire sul calendario benefico della compagnia!

 

 

 

 

 

 

  1. Pingback: La reputazione di Meridiana non passa l’esame del personale di bordo | Behind Reputation

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