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Comunicazione politica e social network: alcune considerazioni sul Governo Letta

Interessante analisi quella realizzata dal social magazine ilSocialpolitico.it, ripresa poi da Maria Letizia Fabbri, sulla presenza in Rete (con un occhio di riguardo a Twitter) del Governo Letta e dei suoi Ministri. Un’indagine che racconta di un Premier che sembrerebbe conoscere e padroneggiare con capacità e giudizio i social network, dimostrando un ottimo livello di interazione con la Rete. Del resto, Letta si è iscritto a Twitter il 23 novembre del 2011 (quindi in tempi non totalmente sospetti, e prima di altri big della politica), ha più di 47.000 follower e oltre 1.400 tweet all’attivo. Ben consapevole della necessità di aggiornare con costanza il proprio account, considerando che per la propria immagine e web reputation un profilo abbandonato non è particolarmente producente, posta 1,4 tweet al giorno. Oltre a dedicarsi in modo attivo all’interazione con gli utenti. Secondo ilSocialpolitico.it, infatti, “oltre a seguire un alto numero di following, Letta riesce a far convogliare sui propri tweet moltissime menzioni, citazioni e risposte ad alti profili”. Un orientamento e un apertura al Web che, al momento, sembrerebbero premiare il neo Premier, almeno per quanto riguarda il livello di notorietà, considerando che “a fronte di 47.138 follower, gli ultimi 163 tweet di Enrico Letta, sono stati retwettati 3.322 volte”. Spostando lo sguardo sui restanti Ministri, invece, la situazione non è così rosea, dimostrando come nel nostro Paese social media e comunicazione politica non vanno ancora di pari passo.

Su 22 Ministri esaminati da Maria Letizia Fabbri solo poco più della metà (12) sono presenti su Twitter (Angelino Alfano, Dario Franceschini, Gaetano Quagliariello, Maurizio Lupi, Nunzia De Girolamo, Andrea Orlando, Maria Chiara Carrozza, Beatrice Lorenzin, Josefa Idem, Gianpiero D’Alia, Massimo Bray e Flavio Zanonato) o comunque garantiscono una presenza fissa sul social network.
Una fotografia che rischia di delineare un profilo leggermente “miope” e non strategico (dal punto di vista della comunicazione e dell’incontro/confronto con l’elettorato) del nuovo Governo: se su Twitter si riversano infatti oltre 4,7 milioni di utenti in Italia, perché i big neo eletti della politica, per testare l’umore di parte del Paese e migliorare la propria performance, non dovrebbero incorporare anche questa piattaforma social nella propria strategia comunicativa? Un invito a padroneggiare i principali strumenti social, tra l’altro, arriva anche da Harper Reed, capo dell’hi-tech del presidente Usa alle ultime elezioni, e ospite del Festival del Giornalismo di Perugia: “Oggi il web domina il mondo e la politica. Chi vuole vincere deve saperlo usare”.

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