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Laura Boldrini e il monito verso ulteriori leggi per il controllo del web: un tema che scotta

La notizia ha fatto in pochi minuti il giro della rete, costringendo Laura Boldrini – Presidente della Camera dei Deputati -, a rivedere le proprie dichiarazioni in merito alla necessità di individuare e applicare una legge speciale per il controllo del Web. Oggetto del contendere è stato un articolo di Repubblica dello scorso 3 maggio, dove il neo onorevole ha raccontato a Concita de Gregorio di essere vittima di numerose e deplorevoli minacce in Rete che possono essere ricondotte al tema del femminicidio e delle violenze sulle donne.

Coinvolta e preoccupata dalla situazione la Presidente della Camera si è infatti augurata che presto in Italia possa essere emanata una legge punitiva contro i “calunniatori del Web”, o come ha poi titolato Repubblica, contro “l’anarchia del Web”. Un auspicio, che ha dato vita ad un’escalation mediatica che ha riacceso l’antico dibattito (già affrontato in passato dall’Onu) sul tema “responsabilità e controllo del web”, e che ha visto i principali opinion leader e influencer italiani contestare quanto dichiarato dal Presidente della Camera. Pur solidarizzando con Laura Boldrini per le minacce subite, Vittorio Zambardino, Arianna Ciccone, Guido Scorza, Enrico Mentana, Fulvio Abbate (solo per citare alcuni nomi) hanno criticato la richiesta di una legge speciale per il controllo del web, precisando che in Rete valgono e debbono valere le leggi (codice penale vigente, legge sulla diffamazione) in vigore fuori dal web. Una presa di posizione che ha trasformato questi professionisti del giornalismo in efficaci e virali amplificatori mediatici (gli account twitter dei comunicatori citati viaggiano tra i 4.000 e i 300.000 follower), con la keyword “Laura Boldrini” che tra il 3 e il 4 maggio è stata trend topic su twitter, e con gli hastagh più utilizzati dagli internauti associati al profilo del Presidente della Camera che possono essere ricondotti a: #webanarchia, #web, #rete, #bavaglio.

Una mole di informazioni e di discussioni rilevante per la web reputation del funzionario e che, a giudicare dall’attivismo e dall’interesse dimostrato da numerosi italiani, allontanerebbe l’idea di una legislazione preventiva della Rete. Analizzando la questione da un altro punto di vista, escludendo l’imposizione di un limite alla libertà di espressione, e accogliendo la richiesta di una “responsabilizzazione degli internauti” promossa da Laura Boldrini, si potrebbe parlare della necessità di educare il Paese alle possibilità e ai limiti della comunicazione on-line. Una sfida sociale e culturale, che partendo dalle norme sociali (la cosiddetta “netiquette”) che disciplinano il comportamento di un utente su Internet, permetterebbe di evidenziare i limiti imposti dalla legge, oltre ad aprire un interessante dibattito sul tema del rispetto, tanto sul Web quanto nella vita reale.

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