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Da Selfridges il silenzio è d’oro

Dal 7 gennaio fino alla fine di febbraio da Selfridges, i grandi magazzini londinesi, va in scena il minimalismo estremo. Con la campagna “No Noise”, lo store del lusso, introduce una nuova iniziativa che richiama al silenzio, alla quiete e ai prodotti assolutamente privi di logo esterno. L’iniziativa non è da considerarsi “nuova” per i grandi magazzini londinesi, considerando che nel 1909 – data della fondazione di Selfridges -, Harry Gordon Selfridge aveva già creato una Silence Room, dove i clienti potevano rilassarsi e rigenerarsi. Il nuovo Management ha così deciso di riproporre il format introdotto dal proprio fondatore, rintroducendo la Silence Room e invitando alcuni dei brand distribuiti dal grande magazzino a produrre limited edition “no logo”. E numerose aziende hanno aderito, tra cui Levi’s, Heinz e Crème de La Mer.
La campagna è partita da pochi giorni, pertanto è prematuro interrogarsi sui risultati. Ma l’entusiasmo con cui alcuni brand hanno aderito alla campagna, rinunciando ad accostare il proprio nome al prodotto messo in vendita, apre interessanti riflessioni. Non si era detto che il logo, che identifica il brand, è uno strumento che influenza le vendite? E che gli operatori del marketing vedono nella marca la promessa di qualità che il cliente si aspetta dal prodotto, determinandone così l’acquisto nel futuro?

Spostandosi sul settore grande distribuzione, il valore del no logo è ampiamente riconosciuto. Secondo Daniela Camboni del Corriere della Sera, il prodotto si vende meglio se ha il marchio del supermercato. Nel 2011 sono nate 170 nuove tipologie di prodotti no logo: confezioni di gelati e surgelati (+ 16% di nuove referenze), prodotti per la cura della persona (+10% di nuovi articoli), bevande e birre (+8% di nuovi prodotti), alimenti bio e per celiaci. Secondo Camillo De Berardinis, Presidente di Adm, Ente che riunisce le imprese della grande distribuzione moderna, nel 2011 le vendite sono cresciute del 7%. Che tradotto in scontrini, significa 8,3 miliardi di euro di fatturato.
In assenza di logo, però, è l’insegna della GDO di turno o il grande magazzino che fa da garante sulla qualità del prodotto offerto. La parola chiave è fiducia. Il consumatore si fiderà dell’azienda se questa è stata in grado di costruire un patrimonio di credibilità e di buona reputazione in grado di sopperire all’assenza di logo. Al momento il valore e il successo commerciale del no logo si registra soprattutto nel settore GDO .. ma forse l’iniziativa post natalizia di Selfridges contribuirà ad espandere questa “filosofia di marketing” anche ad altri settori …

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