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Grande riscontro per la campagna contro l’abuso di alcol voluta dal Ministero della Salute e rilanciata per questa fine anno 2012. E’ evidente che i ragazzi coinvolti, almeno a parole, o meglio ‘a clic’, hanno dimostrato grande interesse per la loro salute scaricando l’applicazione ‘Adrenalina pura’ che invita a consumare più musica e meno alcol.
Gli ultimi sconfortanti dati mostrano quanto attuale sia il tema dell’abuso di alcol tra le giovani generazioni, un aumento del consumo fuori orario pasti di 2 punti percentuali tra i ragazzi nella fascia 14-17 e di 8 punti tra i 18 e 24. Se poi guardiamo al genere, scopriamo che per le giovani donne il dato è addirittura raddoppiato negli ultimi anni. Cresce il consumo e si deteriora la modalità del consumo stesso, sempre più ricercata la tecnica dello ‘stordimento’ che vede tra gli ultimi trend il fenomeno del ‘binge drinking’, ossia assumere bevande alcoliche diverse in un breve intervallo di tempo, una sorta di abbuffata alcolica molto pericolosa.
Mortali poi gli effetti dell’alcol alla guida, guidare in stato d’ebbrezza dopo aver assunto alcolici è la principale causa di morte tra i giovani negli incidenti stradali, soprattutto durante i fine settimana e nelle ore notturne.
Diventa interessante osservare due campagne diverse, quella del Ministero della Salute che punta sulla prevenzione e quella creata dallo storico locale Tenax in collaborazione con lo IED, che punta sulla ‘riduzione del danno’ direbbero gli operatori sociali.
Il ministero ha lanciato una campagna stampa con affissioni con un visual d’effetto che punta molto sulla dissuasione: una simulazione della percezione alterata, sdoppiata e sfocata tipica di chi guarda la strada in stato di ebbrezza. L’headline sottolinea il doppio senso dichiarando che ‘La vita è sempre una, anche se hai bevuto’ e conclude con l’esortazione ‘quando bevi spegni il motore’.
A questa creatività è seguito il lancio di una applicazione ‘Adrenalina Pura’ da scaricare sul proprio smartphone per contrastare la cultura dominante del bere no limits. L’App, sostenuta dalla Sony Music, ha sfruttato il passaparola e la sponsorizzazione dei social network e degli artisti musicali per promuovere i suoi messaggi di prevenzione. Particolarmente efficace la scelta della piattaforma per la comunicazione che è stata quella degli smartphone e in particolare l’Iphone di Apple e il social network Facebook che hanno consentito a 14.000 ragazzi di scaricare l’applicazione.
Completamente diverso l’approccio del locale Tenax di Firenze, tra i principali protagonisti della night life toscana da molti anni. Per festeggiare appunto i suoi trent’anni di attività il re dei dj set ha dato l’incarico a un gruppo di giovani dello IED di pensare ad una campagna che contrastasse efficacemente il problema del consumo dell’alcol associato agli incidenti stradali.
Il punto di partenza è completamente diverso, non si punta sul corretto comportamento, ma sulle conseguenze da evitare: “Se dici ai giovani, soprattutto i giovanissimi di non bere, è probabile che per sfida facciano l’esatto contrario. In questa campagna invece non c’è l’ipocrisia di dire ‘non bere!’, ma il tentativo di convincere i ragazzi che è stupido mettersi al volante sotto l’effetto di alcol e stupefacenti” è la dichiarazione del Tenax subito dopo il lancio della campagna. Ecco quindi che l’immagine utilizzata diventa l’icona incappucciata della morte con in mano una falce rossa di sangue che chiede ‘Dammi un passaggio’ e che si sente rispondere ‘Non guido ubriaco’. L’immagine shock creata da Rawad Saghir, giovane studente dello IED di Firenze, trova continuità nel video virale ‘Drinking and driving, don’t mix’ che accompagna la campagna di comunicazione nel quale si vedono bicchieri che sfrecciano velocissimi sull’affascinante bancone di un bar ma che, come in un’autostrada, ad un certo punto si scontrano e vanno in mille pezzi, esplodendo in uno scoppio di sangue.

Chapeau al locale di Firenze che ha affrontato il tema con coraggio e con forza, affidando ai giovani il compito di parlare con i giovani e investendo in una campagna sociale che non tarderà a dare i suoi risultati, anche in termini di crescita di immagine istituzionale del locale stesso. Inutile infatti nascondersi dietro a un dito e fingere che il problema non esista, de-responsabilizzandosi semplicemente perché quando accadono gli incidenti i ragazzi non sono più ‘dentro il locale’.
Utile dunque la campagna di prevenzione, ma riteniamo debba essere sempre affiancata ad una comunicazione diretta e a doppio senso che conosca il linguaggio del target e le regole di ingaggio.

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