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Barbara D’Urso scambia Michelle Obama per Oprah Winfrey

Nelle ultime ore il nome di Barbara D’Urso è stato tra i più digitati della rete. Per promuovere il lancio della sua nuova rivista “B”, la presentatrice si è infatti resa protagonista di una campagna martellante sui social media, sfociata in una probabile falsa gaffe che ha scatenato il popolo del web. Un hashtag nonsense dedicato ad #Oprah Winfrey, sua versione americana, è stato addossato in un primo momento ad un vistoso fotomontaggio in cui un’emozionata Michelle Obama ghermiva tra le mani l’introvabile Magazine, mescolandosi in seguito impropriamente tra le key words #carmelitasmack! #Oprah #B #Bmagazine #pop #top #tendenzadurso che eleggevano ignari testimonial Raffaella Carrà, Brad Pitt, Bobo Vieri e persino il transessuale vincitore dell’Eurovision Song Contest 2014.

Di personaggi generosi nel mostrarsi il piccolo schermo è naturale dimora, ma se in tanti decidono che la sovraesposizione debba limitarsi alla professione che li ha resi noti (vedi Carlo Conti e Gerry Scotti, stacanovisticamente alloggiati negli studi di Rai e Mediaset), c’è chi non si accontenta della messa in onda e decide di riproporsi in più forme. L’ex Dottoressa Giò non perde occasione per prezzemolare un po’ di se stessa in ogni programma, intervista, storia di vita altrui e dirottare la conversazione sui riflettori del suo privato. Oltre alla programmazione settimanale pomeridiana e domenicale, la conduttrice rimane instancabilmente in compagnia del suo pubblico su Instagram, sul blog di “Carmelita”  nome affettuoso con cui i fan si rivolgono a lei e che rispecchia l’essenza di donna verace e genuina che negli anni la signora di canale 5 ha voluto trasmettere. Tanta sincerità espressa nell’impartire lezioni pratiche su come affrontare gli ostacoli della quotidianità, che stavolta però non sembra essere stata riposta nell’operazione messa in atto. Contrariamente alla spontaneità dell’episodio riguardante Siracusa , più che un epic fail che ha confuso le due donne dalla pelle scura, è probabile che alla base del tag misterioso ci sia stato un tentativo spalmato di brand naming per generare viralità.

La regola del “nel bene o nel male, purché se ne parli” è valsa a pieno titolo, poiché la notizia riguardante l’uscita del mensile è stata riportata da tutte le principali testate, portali online e trasmissioni televisive. Il risultato? Sold out in edicola per il primo numero di B. Passo falso per chi c’è cascato, ma missione compiuta per la presentatrice.

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