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E’ stata eletta, insieme a Kosice in Slovacchia, capitale europea della cultura 2013. Un riconoscimento importante per Marsiglia e soprattutto un’occasione di riscatto per tentare di liberarsi dalla “cattiva reputazione” che da sempre l’accompagna.
La seconda città francese, famosa per la sua essenza multietnica e la sua vocazione marinara, è universalmente considerata una città pericolosa, dal carattere duro, lontana a livello economico e sociale dal resto della Provenza. E’ però innegabile il fatto che Marsiglia emani un fascino immutato e senza tempo, forse poco noto nel mondo dove invece prevale il suo “lato oscuro”. Il 2013 offrirà dunque a Marsiglia un’opportunità eccellente per lavorare sulla propria immagine, mettersi in evidenza a livello mondiale per superare i dubbi e le perplessità che l’avvolgono e poter ripensare al proprio sviluppo.

Il titolo di Capitale Europea della Cultura ha un impatto a lungo termine anche sul piano sociale ed economico, sia per la città che per le regioni circostanti. Recenti studi hanno dimostrato che nell’anno in cui le città detengono questo titolo il numero di visitatori aumenta almeno del 12% , andando in alcuni casi ben oltre questo dato. Il grande successo dell’iniziativa, che attira ogni anno responsabili politici, accademici e media, la rende uno strumento importante sia per costruire un’immagine positiva della città da comunicare all’esterno, che per rafforzarne l’identità culturale nei confronti dei suoi cittadini. Con il tempo, infatti, questo titolo è diventato la maggiore opportunità che le città hanno per cambiare la loro immagine e inserirsi nella mappa europea.
E così la città francese sul Mediterraneo ha inaugurato il suo anno culturale attraverso una grande festa popolare che i marsigliesi hanno accolto con entusiasmo dando vita ad una vera e propria rivoluzione urbana che passa attraverso la cultura. Un anno di manifestazioni che per tutto il 2013 dovrebbero rendere la città una meta imperdibile per chi ama le cosiddette vacanze intelligenti.
Ma basta dunque la cultura per cambiare la reputazione di una città spesso al centro della cronaca nera per episodi di delinquenza e violenza? Basterà davvero tutto quello che si sta facendo oltralpe per ricostruire l’immagine di Marsiglia? Questo lo scopriremo con il tempo. Quello che possiamo fare ad oggi è senz’altro riconoscere che si sta lavorando molto e probabilmente bene in questa direzione (sono stati investiti oltre 650 milioni di euro e avviati più di una ventina di cantieri) e soprattutto gettare uno sguardo sul passato e vedere se e quanto questo riconoscimento da parte dell’Unione Europea incide sull’immagine e sulla reputazione della città prescelta. Un esempio significativo in questo senso è rappresentato da Tallin, reginetta della Cultura nel 2011. La capitale dell’Estonia ha saputo senza dubbio girare a suo favore questo riconoscimento rafforzando la propria immagine e favorendo un aumento considerevole del turismo attraverso un progetto che ha valorizzato il concetto di ospitalità e di accoglienza dei visitatori, elementi fondamentali per la promozione del dialogo interculturale. Certamente un grande merito spetta anche all’ente del Turismo dell’Estonia che non è restato a guardare e ha cavalcato in maniera intelligente l’ambito premio. Attraverso lo slogan “Estonia: un Paese sorprendente” ed una campagna promozionale che ha saputo “vendere” al meglio le attrattive della capitale, si è rivolta al mercato italiano, considerato un bacino d’utenza particolarmente interessante. E in breve tempo i risultati non si sono fatti attendere e già nei primi mesi del 2011, la città estone ha registrato un aumento degli arrivi dall’Italia del 16%. In due anni Tallin ha fatto passi da gigante (e il suo Ente del Turismo centrato l’obiettivo) se oggi il Telegraph la cita come una tra le città più affascinanti d’Europa e se è balzata agli onori della cronaca internazionale in quanto prima capitale europea ad avere i trasporti pubblici gratuiti. Una mossa particolarmente azzeccata in un momento storico in cui l’animo green fa senz’altro la differenza.

Ora la palla passa a Marsiglia che certo ha davanti a se ’ un valido esempio di come sfruttare a proprio vantaggio l’ambizioso titolo, e che dovrà dimostrare di saper lavorare sulle sue qualità di città aperta, accogliente e multietnica e soprattutto di sapersi comunicare attraverso iniziative che sapranno valorizzarla a dovere e che rappresenteranno lo start up di una nuova era. Avere chiari in mente i propri obiettivi e attivare una campagna di comunicazione particolarmente funzionale è dunque il modo migliore per far fruttare i talenti che il titolo di Capitale Europea della Cultura lascia in eredità. E se la città francese ha accettato la sfida, l’Italia dovrà aspettare il 2019 per mettersi alla prova, quando una tra le città candidate al titolo (la più recente è Mantova, città natale dell’imprenditrice Emma Marcegaglia ora a capo del Comitato Mantova 2019) salirà sul podio dei vincitori.

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