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Da Boston, lezioni di Crisis Management e di utilizzo dei social media?

Le esplosioni del 15 aprile a Boston hanno scosso gli Stati Uniti e, ancora una volta, hanno dimostrato la valenza dei social network come importanti veicoli di notizie dal campo, come strumenti per offrire servizi di assistenza e aiuto a tutti coloro che sono alla ricerca di notizie sulle persone coinvolte nell’attentato. Oltre che come mezzi per contenere la crisis. Sono stati diverse, infatti, le aziende e i comunicatori che hanno affrontato questa crisis nel migliore dei modi, dimostrando una perfetta comprensione del ruolo strategico della comunicazione sul web e sui social media.

A cominciare dal Presidente degli Stati Uniti Barack Obama che, prediligendo messaggi rassicuranti ad allarmismi non verificati (essenziale dovere della comunicazione di crisi), e mantenendo il tono grave richiesto dalla crisis che era in corso, si è limitato a scrivere su Twitter: “All Americans stand with the people of Boston.” O l’offerta, da parte di Google, del portale “Google Person Finder Boston Marathon” attraverso il quale si possono cercare le persone disperse o segnalare informazioni in merito a qualche ritrovamento. Interessante è stato anche il contributo di due agenzie di public relation di Boston che, forti della loro rete di contatti, si sono rese disponibili attraverso Twitter a ricercare posti letto per la notte a tutti coloro che ne avevano necessità.
Infine, proprio per evitare che alcune aziende utilizzassero una tragedia come quella delle esplosioni a Boston per ottenere una qualche forma di pubblicità o di visibilità spicciola (ricordiamo tutti quanto è accaduto nel nostro Paese durante il terremoto che ha colpito l’Emilia lo scorso anno), Scott Monty – il Social Media Manager della Ford – ha twittato un messaggio destinato ai propri colleghi: “se gestisci le attività social di un brand, questa è l’occasione più indicata per sospendere ogni post in programma”.

E se il silenzio (o l’aiuto) vale più di mille parole, queste iniziative, oltre a dimostrare una perfetta comprensione delle dinamiche dei social network e di alcune nozioni di Crisis Management, non potranno che impattare positivamente sulla reputazione delle aziende e dei personaggi coinvolti!

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