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Su twitter chi la fa l’aspetti

La Rete non perdona, ma soprattutto ricorda.
Ennesimo caso di Twitter abused quello che, il 9 luglio, ha raccontato Federico Guerrini dalle pagine de La Stampa che però non vede coinvolto la celebrities, il politico o l’azienda di turno, ma un consulente responsabile della comunicazione corporate di Microsoft: figura strategica di una delle più importanti aziende informatiche al mondo.
Vediamo la vicenda nei dettagli. Con un post sul suo blog, alcuni giorni fa, il manager di Google Matt Eichner ha annunciato il proseguimento dell’attività di restyling (iniziata lo scorso anno) di alcuni servizi e prodotti del colosso di Mountain View. Strumenti come iGoogle o Google Video, un tempo apprezzati ed utilizzati dagli internauti di mezzo mondo, saranno sospesi dall’azienda in modo graduale, in un ottica di aggiornamento della propria offerta. L’annuncio del colosso informatico ha scatenato la facile ironia di Frank X. Shaw, lead corporate communications di Microsoft.
In riposta al blogger Michael Arrington che lamentava la scomparsa di iGoogle, Shaw – dal proprio profilo twitter – ha cinguettato :”I had an idea” e in pochi secondi ha lanciato su Pinterest la Google Graveyard: uno spazio dove “commemorare” tutti i prodotti di che, nel corso degli anni, sono stati proposti e poi ritirati dal mercato da Google. Peccato che, dopo poche ore, il giornalista del Time Harry McCracken ha creato, sempre su Pinterest, la Microsoft Morgue, l’obitorio dei prodotti di Microsoft.
Scivolone imbarazzante che, in un tweet, ha spazzato via la web reputation del responsabile della corporate communication di Microsoft. Se, il “clima di accesa rivalità che esiste fra le due società” come ben lo definisce Guerrini ha portato Frank X. Shaw a dimenticare troppo facilmente le operazioni di restyling che, nel corso degli anni, hanno coinvolto Microsoft questo episodio dimostra ancora una volta che la Rete ha una memoria di ferro e un’ironia altrettanto pungente.
Forse Frank X. Shaw, data la propria posizione nell’azienda, avrebbe fatto meglio a riflettere sulla propria “idea” prima di cinguettarla e scatenare la vendetta dei social network che, come dichiara lui stesso dal suo profilo, conosce molto bene, tanto da definirsi “longtime social media participant”

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