varie refuge

C’è un argomento che non abbandona mai le cronache: la violenza contro le donne. Ogni giorno purtroppo sono migliaia le donne che sperimentano la violenza.
Il commissario ONU Rashida Manjoo, relatrice speciale sulla violenza contro le donne, ha presentato a Ginevra lo scorso 25 giugno un rapporto sulla situazione europea. In Italia, dove nel 2011 le donne uccise sono state 127, il 76% delle violenze avviene tra le mura domestiche ad opera di ex partner, mariti e compagni ed è la causa del 70% dei femminicidi: 7 omicidi su 10 nel 2011  stati preceduti da maltrattamenti o forme di violenza fisica o psicologica.

Le modalità per sensibilizzare su questo drammatico tema sono molteplici, più o meno efficaci, più o meno originali o convenzionali. In questi giorni sta facendo il giro del mondo sul web un video forte e d’impatto che ha colpito moltissimo la nostra sensibilità. Si tratta di una denuncia effettuata in modo provocatorio e disarmante da una delle specialiste del make up più popolari di YouTube, Lauren Luke, divenuta famosa per i suoi video tutorial in cui impartisce lezioni di trucco per ogni occasione. Con mezzo milione di persone iscritte al suo canale, Lauren è una regina del make up molto celebre in tutto il mondo. Nel video la truccatrice compare davanti alla telecamera come per una delle sue solite lezioni, solo che questa volta il suo viso è deturpato da tagli e lividi: la donna insegna come, lavorando di buona lena con il correttore e adottando alcuni accorgimenti come indossare una sciarpa o tenere i capelli sciolti e davanti alle orecchie, si possano nascondere i lividi più neri e uscire di casa come se nulla fosse. Il suo autocontrollo inglese nel cancellare i segni della violenza dal proprio viso colpisce e fa solidarizzare lo spettatore.
Il video fa parte della campagna digital “Don’t cover it up che Refuge, un’associazione britannica che si occupa di donne e bambini vittime di abusi, ha lanciato per minare il meccanismo perverso che solitamente accompagna questo genere di soprusi: il silenzio. Il 65% delle donne vittime di violenze domestiche, infatti, non denuncia i propri aggressori. Il video “Come apparire al meglio la mattina dopo” termina proprio con l’invito a non coprirsi e ad aiutare le vittime a raccontare  quanto subito e segnala l’URL del progetto refuge.org.uk/lauren dove i visitatori vengono incoraggiati a condividere il video, a fare una donazione a Refuge o a firmare una petizione che l’associazione ha promosso insieme alla testata RED per portare il dibattito in Parlamento.   L’hashtag #dontcoveritup, utile strumento per convogliare su twitter commenti e riflessioni sul tema, completa l’operazione.
Don’t cover it up è una campagna coinvolgente, di quelle che lasciano il segno e che ha ottenuto un effetto virale senza precedenti. Ad oggi il video ha raggiunto quasi 700.000 visualizzazioni e twitter si sta riempiendo ogni giorno di messaggi con l’hashtag #dontcoveritup. Anche se forse l’idea non brilla per originalità. Il video riprende infatti un cortometraggio italiano vincitore di diversi premi “LINDA Uno spot contro il silenzio”  proiettato durante la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne nel 2010 e una campagna indetta da Ministero della Salute spagnolo lo scorso novembre per promuovere 016, la linea telefonica nazionale per le vittime di violenza domestica . Ma di certo la scelta del testimonial è stata perfetta.  Lauren Luke è un esperta nel coprire i difetti dei visi, per questo è la testimonial ideale  per una campagna che richiede esattamente l’opposto, ossia di non coprire i segni della violenza domestica.  La make up artist ha circa 500.000 persone che la seguono su YouTube, la maggior parte delle quali sono ragazze adolescenti e giovani donne,  proprio il tipo di persone che Refuge vorrebbe raggiungere.
Il video è stato caricato su YouTube proprio come se fosse uno dei suoi tanti tutorial e lei spiega come nascondere i segni di una violenza con fondotinta e cipria così come in altre clip suggerisce le tecniche migliori per nascondere occhiaie e brufoli. Quante donne, dopo essere state picchiate dai propri compagni, invece di denunciarli, si limitano a coprire con il trucco i segni della violenza, facendo finta che non sia successo nulla? Quanta paura c’è in quel gesto quotidiano così familiare a ogni donna fin dall’adolescenza  che dovrebbe solo aiutare ad apparire appunto al meglio? Lauren Luke utilizza le sue competenze per smascherare una pratica comune e per denunciarla. E lo fa con sincera partecipazione perché anche lei ha avuto a che fare con un partner aggressivo. “Le ferite che avevo al volto non erano vere, ma le emozioni sì” ha raccontato. “ Ho avuto una brutta esperienza, nel passato, con un ragazzo. Non mi ha mai fatto male, ma a volte ho avuto paura che lo facesse se avessi detto la cosa sbagliata. Era super-protettivo e mi metteva in imbarazzo vicino ai colleghi o agli amici per il suo comportamento aggressivo. Qualche volta sembrava come avere un vulcano pronto ad eruttare da un momento all’altro”.

La scelta di Lauren si è quindi rivelata particolarmente appropriata, probabilmente perché ponderata con attenzione e valutata non solo per il suo potenziale virale ma anche per la sua vicinanza e partecipazione emotiva all’oggetto della campagna che hanno reso il messaggio che ha trasmesso sicuramente più efficace.

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